CHE COSA È?
La cellulite è un'affezione cutanea che prende origine dalla compresenza di molteplici fattori altamente soggettivi. A differenza di quanto si credeva alcuni anni fa, la cellulite non è costituita da localizzati depositi adiposi, la cellulite è infatti causata da un processo infiammatorio a carico del tessuto adiposo sottocutaneo, infiammazione che interessa in larga parte anche piccoli vasi sanguigni e linfatici, strutture che una volta colpiti diventano attori fondamentali del processo di sviluppo della cellulite dato che sono i principali strumenti di deflusso dei liquidi in eccesso. L'impossibilità di drenare efficacemente i liquidi interstiziali fra le cellule adipose esalta il processo infiammatorio ed il conseguente sviluppo della cellulite.
Il processo infiammatorio della cellulite è stato suddiviso in diversi gradi di sviluppo che generalmente appaiono con l'aggravarsi dell'inestetismo. Al primo grado troviamo la cellulite edematosa, meglio conosciuta come "Buccia d'arancia", seguono poi la, cellulite fibrosa e l'ultimo stadio; la cellulite sclerotica, caratterizata da evidenti deformità cutanee, ipersensibilità e dolore.
Allo stato normale il derma e i tessuti che lo sostengono (pannicolo adiposo e strato muscolare) sono in uno stato di equilibrio fisiologico, metabolico e circolatorio che presuppone un reticolo micro-circolatorio, artero-venoso e linfatico perfettamente funzionante e uno strato adiposo sottocutaneo ben vascolarizzato, senza eccessi di accumulo, problemi trofici o fibrosi reattiva.
Tutti gli elementi che compongono i differenti strati cutanei sono in stretta relazione, realizzando delle unità tissutali e micro-circolatorie che sono legate sia sul piano anatomo-funzionale che chimico-metabolico.
La cosiddetta cellulite, il cui vero nome è panniculopatia edemato – fibro - sclerotica (P.E.F.S.), deriva dal un'alterazione del derma e dell'ipoderma; in condizioni ottimali, le cellule adipose (adipociti) normalmente presenti nel tessuto sottocutaneo funzionano da riserva di energia per l'organismo, che brucia grassi ogniqualvolta abbia necessità di combustibile.
In caso di stasi del circolo venoso questa "riserva" diventa difficile da utilizzare, si accumula fino a comprimere i capillari sanguigni, già fragili, che iniziano a trasudare plasma dalle loro pareti divenute porose.
Il plasma si infiltra fra le cellule, con il tempo provoca un' infiammazione del tessuto adiposo con formazione di fibrosi dei tessuti sottocutanei: i capillari vengono ulteriormente compressi e il drenaggio dei liquidi in eccesso si fa sempre più difficile. Si innesca quindi un "circolo vizioso" che autoalimenta questa patologia, perché di vera e propria patologia si tratta, anche se spesso ci si limita al suo significato di banale inestetismo.
Il processo infiammatorio che porta alla comparsa della cellulite prende origine sulle cellule del tesssuto adiposo; gli adipociti cellule altamente ricche di glicogeno e che come tutte le cellule necessitano di mantenere attivi i collegamenti interstiziali per lo scambio di fluidi. Le cellule infatti necessitano di essere rifornite continuamente di fluidi contenenti soluti nutritivi e al contempo devono poter liberarsi dagli scarti metabolici prodotti durante le funzioni vitali. L'ipoderma (strato profondo della cute) dove risiede il tessuto adiposo è altamente vascolarizzato con una rete di capillari venosi e linfatici atti a mantenere una costante mediazione degli scambi fisiologici. L'equilibrio che regola gli scambi è molto delicato, bastano infatti delle leggere alterazioni fisiologiche per rallentare il processo di scambio, in tal caso i liquidi permangono a contatto con i capillari irritandoli e facendogli perdere tonicità, il ristagno di liquidi porta ad un'infiammazione anche delle cellule adipose che non sono più adeguatamente irrorate dai capillari linfatici e veonsi. E' l'inizio della cellulite! I liquidi in eccesso forniscono alla pelle un aspetto molle con conseguente calo della tonicità ed elasticità, la cellulite inizia a comparire con la pelle molle e piccoli edemi localizzati.
L'evoluzione della cellulite
I liquidi in eccesso penetrano fra le cellule adipose distianzandole l'una dall'altra, così facendo le cellule perdono la capacità di svolgere efficacemente le proprie funzioni metaboliche, le cellule adipose si ingrossano e vanno a comprimere le fibre di collagene del tessuto connettivo, provocando le classiche scabrosità affioranti in pelle tipiche della cellulite. L'isolamento delle cellule adipose non permette a queste di essere raggiunte dal sangue pulito e al contempo non riesce ad espellere i liquidi di scarto ricchi di tossine, si instaura un circolo vizioso che causa un aggravarsi della cellulite, le tossine libere vengono infatti assorbite da altre cellule peggiorando la situazione progressivamente. L'alterazione delle fibre di collagene, l'indurimento dei capillari e la formazione di edemi divengono visibili in pelle con la classica "Buccia d'arancia". Gli stadi successivi della cellulite compaiono quando le cellule di collagene cominciano ad ammassarsi divenendo spesse ed indurite, le fibre elastiche e di collagene pian piano possono imprigionare il grasso all'interno di noduli, prende così forma alla "cellulite sclerotica".
ATTIVITÀ FISICA A PREVALENTE IMPEGNO ORGANICO (AEROBICA)
Certamente l'attività di durata (aerobica) è la più indicata in quanto attiva per lungo tempo l'apparato cardiocircolatorio e respiratorio, favorendo la circolazione sanguigna periferica e in particolare la microcircolazione a livello tessutale e cellulare delle regioni muscolari impegnate.
Può essere realizzata utilizzando diversi mezzi sia in casa, in palestra o all'aperto: corsa a piedi su terreno o su tapis roulant, step, bicicletta o cyclette, vogatore, sci di fondo, nuoto, ecc. Cambia il mezzo utilizzato ma non la metodologia che va applicata. Ovviamente il mezzo scelto deve mobilizzare prioritariamente le regioni colpite dalla cellulite.
Prima di iniziare un qualsiasi programma di attività fisica è sempre opportuno sottoporsi ad una accurata visita medica. Inoltre è necessario munirsi diabbigliamento e attrezzature adeguate.
Infine:
- Programmare 3 esercitazioni settimanali (non meno di 2).
- Regolare lo sforzo fisico tra il 60-70% della propria massima frequenza cardiaca (numero di pulsazioni al minuto). Utilizzando questa frequenza si da anche modo all'organismo di utilizzare a scopo energetico una miscela di zuccheri e grassi, mentre a velocità superiori la fonte energetica è data quasi esclusivamente dagli zuccheri.
L'intensità di lavoro che non va comunque oltrepassata è quella che permette di dialogare con un partner senza affanno, ovvero non va superata la soglia di piacevole affaticamento che prelude alla stanchezza.
Calcolo della Massima Frequenza Cardiaca
e della Frequenza Cardiaca Consigliata
M.F.C. = 220 - età (in anni) Esempio - età 40 anni - massima frequenza cardiaca: 220 - 40 = 180 - 60-70% di 180 = 108-126 (F.C.C.) Attualmente viene preferita la formula di Hirofumi Tanaka: 208 - 70% dell'età in anni |
- Prima di iniziare una qualsiasi attività è necessario dedicare qualche minuto al riscaldamento generale, eseguendo semplici esercizi non impegnativi (flessioni, estensioni, slanci, circonduzioni dei vari segmenti del corpo).
- Fare in modo che tra l'inizio dell'attività e l'ultimo pasto siano trascorse almeno 2,5-3 ore. La digestione richiede un notevole afflusso sanguigno, afflusso che verrebbe sottratto dai muscoli agli organi digestivi.
- Ogni esercitazione, indipendentemente dall'attività prescelta, dovrà svolgersi per un tempo prestabilito (mediamente 30-40 minuti) con alternanza tra ritmo molto blando e intensità prevista (es.: se si è scelta la corsa a piedi o il tapis roulant, alternare momenti di passo a momenti di corsa).