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lunedì 24 settembre 2012

Concorso scuola, ecco la bozza del bando

Ci siamo il concorso per accedere all'insegnamento sta prendendo forma. Il bando ufficiale, in uscita il 24 settembre, promette moltissime novità. Ricordiamo che è previsto un test pre-selettivo il quale consisterà in 50 domande da compilare in 50 minuti così suddivise: 15 di logica, 15 di comprensione del testo, 10 di informatica e 10 di lingua straniera. La prova scritta invece riguarderà le competenze disciplinari e per quanto riguarda la prova orale ci sarà la novità della simulazione di una lezione in aula.

Al concorso potranno partecipare:
- gli abilitati, siano essi iscritti o meno alle Graduatorie ad esaurimento;
- i laureati quadriennali entro il 2001/02, quinquennali entro il 2002/03 ed esaennali entro il 2003/04;
- i diplomati all'istituto magistrale entro il 2002 per la scuola primaria e dell'infanzia; 
- i geometri e periti industriali edili diplomati solo per la classe C430.
Si attendono conferme per diplomati (ISEF, Conservatori, Accademie).
Dovrebbero poter partecipare anche i candidati non in possesso dell'abilitazione, qualora non ci fosse un numero sufficiente di abilitati (3 volte i posti disponibili), ma anche questo aspetto non è stato ancora confermato.

mercoledì 6 giugno 2012

Errani, E' in finale nel doppio

PARIGI - Continua la marcia di Sara Errani al Roland Garros. In attesa di giocare domani la semifinale del singolare contro Samantha Stosur, la 25enne romagnola, in coppia con Roberta Vinci, ha raggiunto la finale del doppio: le due azzurre, teste di serie numero 4 del torneo, hanno battuto in semifinale la coppia spagnola formata da Nuria Llagostera Vives e Maria Jose Martinez Sanchez per 6-4 6-2 in un'ora e 31 minuti di gioco. Ora Errani e Vinci dovranno affrontare la coppia vincente della seconda semifinale, che opporrà le russe Kirilenko e Petrova alle due ceche Hlavackova e Hradecka.

Sara Errani e Roberta Vinci erano già entrate nella storia del tennis azzurro, diventando lo scorso gennaio a Melbourne la prima coppia azzurra al femminile a qualificarsi per la finale di uno slam, gli Australian Open (si arresero alle russe Svetlana Kuznetsova e Vera Zvonareva). Un'impresa che al maschile era riuscita l'ultima volta a Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, protagonisti dell'ultimo atto del Roland Garros nel 1959.

Orri giornata di quarti. La prima a raggiungere le semifinali è la russa Maria Sharapova. La russa, n.2 del seeding, ha sconfitto l'estone Kaia Kanepi per 6-2, 6-3 e se la vedrà con la ceca Petra Kvitova, che ha avuto la meglio sulla kazaka Yarolava Shvedova, superata in tre set con il punteggio di 3-6, 6-2, 6-4. Ora tocca agli uomini: in programma Murray-Ferrer e Nadal-Almagro.

mercoledì 18 aprile 2012

The Milk


Il calcio è senza dubbio un minerale importantissimo per l’essere umano. Assolve funzioni vitali sia durante l’età dello sviluppo sia in età matura.
Fino agli anni '50 del secolo scorso l’assunzione di latte vaccino era modesta.
Al mattino si usava fare colazione con la zuppa d’infuso d’orzo, con fette di pane raffermo bagnate con il brodo di fagioli, con frutta di stagione o, perfino, con la polenta arrostita unita a verdure. Anche gli snack erano costituiti da prodotti semplici, come noci, semi, pane e olio o frutta fresca.
Il latte vaccino è davvero indispensabile all’essere umano?

Secondo Naboru Muramoto, autore del libro “Il medico di se stessi” (Ed. Feltrinelli) “il latte di mucca non è un alimento perfetto per l’uomo, i neonati e i bambini non dovrebbero mai essere nutriti con il latte vaccino”.

«Ogni bicchiere di latte di mucca raddoppia la quantità dell’ormone IGF-1 nel corpo umano, sostanza che sostiene l’aumento di dimensioni del cancro».
L’informazione ormonale del latte, quella della crescita veloce (utile al vitello che cresce fino a 300 Kg in pochi mesi) potrebbe avere a che fare con la crescita veloce di cellule come fibromi, sarcomi, cancri.
Lorenzo Acerra, nel suo ultimo testoIl mal di latte documenta, in modo accurato, come gli elementi contenuti nel latte lavorato dall’industria alimentare (fenilalanina, tirosina, fosfati, ADH, IGF-I, ecc.) possono essere collegati all’insorgere di diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali, ecc.


Negli anni '30, il Dott. Francis M. Pottenger condusse uno studio della durata di 10 anni sui relativi effetti di diete a base di latte pastorizzato e non pastorizzato su 900 gatti. Un gruppo ricevette nient'altro che latte intero appena munto, mentre l'altro fu allevato con latte intero della stessa provenienza ma pastorizzato. Il gruppo del latte non pastorizzato crebbe e rimase in buona salute, attivo e vigile per l'intero corso della vita. Il gruppo allevato a latte pastorizzato presto divenne apatico, confuso ed altamente vulnerabile a un cospicuo numero di disturbi degenerativi normalmente attribuiti all' Uomo, incluso malattie di cuore, disturbi renali, disfunzioni della tiroide, malattie respiratorie, perdita di denti, ossa fragili, infiammazione al fegato, ecc..
Ma ciò che attirò particolarmente l' attenzione del Dott. Pottenger fu quello che successe alla seconda e terza generazione. I primi discendenti del gruppo del latte pastorizzato nacquero tutti con denti ed ossa deboli - un inequivocabile sintomo di calcio-deficienza, che portò alla luce il mancato assorbimento di calcio dal latte pastorizzato. I discendenti del gruppo del latte non pastorizzato rimasero in ottima salute come i loro genitori. Molti dei gattini della terza generazione del gruppo del latte pastorizzato nacquero morti, mentre quelli che sopravvissero erano sterili ed incapaci di riprodursi. L'esperimento terminò a quel punto perché non ci fu una quarta generazione di gatti del gruppo del latte pastorizzato, sebbene il gruppo alimentato con il latte non pastorizzato continuò a riprodursi ed a crescere sano e robusto.

Quasi tutto il latte di mucca ha 59 ormoni attivi, allergeni in gran quantità, grasso e colesterolo. La maggior parte del latte di mucca contiene quantità misurabili di erbicidi, insetticidi e diossina fino a 2.200 volte il livello di sicurezza, fino a 52 potenti antibiotici, sangue, pus, feci, batteri e virus. (Il latte di mucca può avere tracce di qualsiasi cosa che la mucca mangi incluso fuoriuscite radioattive provenienti dagli esperimenti nucleari.) Uno di quei 59 ormoni è un potente ormone della crescita (IGF-1) con fattore di crescita uno. Considerate questo ormone come una cellula di combustibile per qualsiasi cancro. La FDA (Amministrazione Federale degli Alimenti e dei Farmaci) insiste che l'IGF-1 si distrugge nello stomaco. Se fosse vero l'FDA ha dimostrato che l'allattamento non funziona. Questo fattore di crescita fa in modo che il vitello neonato cresca rapidamente, come madre natura intende. Un'altra sostanza chimica presente nel latte è la caseina. È un potente agglomerante, un polimero usato per fare plastiche e colle, ottimo per fare solidi accessori o incollare etichette alle bottiglie di birra

Ottanta delle proteine del latte sono caseina. È anche un allergene, un'istamina che crea molto muco. E' permesso che nel latte siano presenti delle feci che sono una sorgente principale di batteri. Il latte viene di solito pastorizzato più di una volta prima di arrivare sulla vostra tavola, ogni volta per circa 15 minuti a 73° centigradi. Per sterilizzare l'acqua occorre farla bollire a 100° per alcuni minuti. Tieni presente anche che a temperatura ambiente il numero di batteri del latte raddoppia ogni 20 minuti circa.

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mercoledì 4 aprile 2012

Studenti di Scienze motorie

Troppi ostacoli nella corsa al lavoro
per gli studenti di Scienze motorie

Sono 50mila e dopo la riforma hanno alzato la voce, forse per la prima volta: cinque anni di corsi ("Spesso ottimi", dicono) per ritrovarsi schiacciati tra medicina e fisioterapia. Mentre fuori d'Italia la loro specializzazione è un passaporto sicuro.

di GIANLUCA MORESCO

Tra studenti e laureati il numero dei ragazzi che dal 2003 hanno investito il loro futuro negli studi di scienze motorie, ha toccato le 50.000 unità: in Italia si contano 23 facoltà sparse in modo omogeneo lungo tutto il paese e a Roma sorge l'ateneo del Foro Italico, forse la più prestigiosa e rappresentativa università di settore, erede dell'Isef, passata attraverso i burocratici cambiamenti dell'ex IUSM (Istituto Universitario di Scienze Motorie) e oggi a tutti gli effetti quarta università della città. E in giorni bollenti di contestazioni studentesche alla riforma Gelmini, in un momento in cui l'incrocio tra chi studia e chi cerca lavoro finisce sempre più spesso sotto la voce "disoccupazione", era fisiologico che la stessa base degli studenti di scienze motorie finisse per alzare la voce, nel tentativo di far capire il kafkiano stato in cui si trova oggi lo studente che ha scelto un simile indirizzo.

A Roma l'Università del Foro Italico presenta un esame d'ammissione che ogni anno superano in 460, il 15% al termine del triennio viene ammesso ai successivi due anni di specialistica (divisa tra attività motoria preventiva, scienza e tecnologia dello sport e management sportivo). Cinque anni tra libri e palestra e poi il buio. L'interrogativo, al di là di ogni slogan urlato in piazza è "Ora cosa faccio?". "In Italia - provano a spiegare Eugenio Pistone, Diego Pera e Marco Infusino - i tre rappresentanti che oggi danno voce agli studenti dell'Università "Foro Italico", il problema principale è di riconoscibilità. Le Scienze Motorie finiscono spesso per ritrovarsi schiacciate tra medicina e fisioterapia. Tra malattia e riabilitazione. Lo spazio proprio per la rieducazione, per quella zona grigia che in Italia scivola sotto la voce prevenzione, non ha una sua materiale collocazione nel mondo del lavoro Italiano".

Preoccupazione, rabbia e parole scelte con attenzione, per far sì che i concetti non si trasformino in semplice contestazione del sistema universitario, ma in un passe-partout sul futuro. I ragazzi parlano in una stanza esposta al sole, si affaccia sul ponte che ogni domenica porta i tifosi verso le partite dello sport più ricco del mondo. Lo stadio di Roma e Lazio è a una manciata di metri, ma quella è una disciplina che raramente incrocia i percorsi degli studenti di Scienze Motorie. Il caso più clamoroso è stato quello di Walter Di Salvo, studente di Scienze Motorie negli anni Novanta, poi preparatore atletico della Lazio, quindi nello staff del Manchester United prima e del Real Madrid poi. Un fenomeno isolato. I ragazzi quando lo si nomina appaiono sconfortati, sembrano considerarlo un esempio di successo irripetibile. Ma la sua storia incarna più di ogni altra il significato che in molti paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, si dà a questa categoria di laureati. Negli Usa, chiudere con successo la lunga sessione di studi in scienze motorie, significa affacciarsi nel mondo del lavoro con una professionalità che affianca immediatamente l'ex studente al medico neolaureato.

"L'Ateneo - racconta ancora Eugenio Pistone - ha lavorato su di noi per regalarci conoscenze e competenze, per far sì che una volta usciti dall'Università, non si abbia solo un pezzo di carta, ma un marchio di garanzia di ciò che sappiamo offrire. Il contrasto con il mondo del lavoro è però violento. Frustrante. Spesso basta un brevetto sportivo per vedere equiparato un laureato con cinque anni di corsi sulle spalle e un ragazzo che ha passato qualche mese in una palestra con un marchio federale". "Per non parlare aggiunge Diego Pera - degli attriti sempre più evidenti tra coloro che si immettono nel mondo del lavoro in qualità di fisioterapisti e i ragazzi che come noi escono da scienze motorie e di fatto non sono assolutamente autorizzati a lavorare mettendo le mani su un eventuale paziente, reduce da un intervento chirurgico".

Le discussioni che hanno infiammato l'animo degli studenti nell'ultimo anno finiscono per infrangersi nel caso delle scienze motorie, sulla percezione parziale che in genere si ha di questa facoltà: "Per gli Italiani - prova a spiegare Marco Infusino - le Scienze Motorie sono propedeutiche per accedere a un eventuale posto da insegnante di Educazione Fisica. Lo scarto decisivo tra Isef e Università è stato compiuto sul piano effettivo, burocratico, ma è come se il messaggio non fosse passato. Per uscire dall'equivoco servirebbe una legge precisa che ristabilisca i confini di appartenenza del mondo del lavoro applicato alla laurea in scienze motorie".

Dall'istruttore della palestra di quartiere, al personal trainer, passando per i preparatori atletici dei club che lo sport lo esportano per professione a livello internazionale, fino alle sale di riabilitazione del dopo infortunio, il laureato in scienze motorie segue un tortuoso percorso trasversale che subisce costantemente i colpi di categorie più piccole e spesso lontane dal contesto universitario. "Quello proposto dagli studenti - sottolinea il professor Fabio Pigozzi, prorettore vicario dell'ateneo Foro Italico e  presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport  - è un problema concreto, che ha radici lontane. Già sul finire degli anni Ottanta, la contrazione demografica ha sempre più ridotto le possibilità di assunzione nella scuola, naturale sbocco occupazionale per i diplomati Isef, il cui titolo aveva fino ad  allora rappresentato garanzia di impiego come docenti di educazione fisica". Professione che oggi di fatto esiste solo sulla carta. Le ore di educazione fisica certe partono dalla scuola media e  i posti a disposizione sono di fatto saturi per i prossimi dieci o vent'anni. "La successiva riforma - spiega ancora il professor Pigozzi -, che ha portato una decina di anni fa all'introduzione anche in Italia della laurea in scienze motorie, ha ampliato il profilo culturale e professionale, in linea con i mutamenti culturali, sociosanitari e del mercato, e con quanto si era verificato nel resto d'Europa da più di mezzo secolo. Tuttavia, mentre altrove, anche per il maggior tempo trascorso, la figura del laureato in scienze motorie è ampiamente riconosciuta e apprezzata, questo in Italia stenta ad avvenire". E la facoltà si trasforma in ponte verso una disoccupazione per laureati specializzati.  



FONTE
Repubblica.it

Le verità sul Diabete

Quando il glucosio nel sangue supera i livelli normali (iperglicemia) causando un deficit di insulina, si verifica un’alterazione metabolica conosciuta con il nome didiabete. Con il termine “glicemia” si intende il glucosio circolante nel sangue; i valori normali oscillano tra i 70 e i 110 mg/dl. Un aumento di questi valori basali superiore ai 120 mg/dl, in tre controlli successivi, è indice di una patologia diabetica. Esistono due forme diverse del disturbo: il diabete insulino-dipendente o di tipo I e quello non insulino-dipendente o di tipo II. Nel primo caso, siamo di fronte a un disturbo che interessa soggetti in giovane età i quali, colpiti in maniera improvvisa dal disturbo, manifestano emissione di abbondanti quantità di urina, sete esagerata, calo del peso, stanchezza. La prima manifestazione del diabete di questo tipo si chiama cheto acidosi, situazione clinica che si verifica quando, in mancanza di insulina, l’organismo comincia a utilizzare massivamente gli acidi grassi per ottenere energia e finisce con generare prodotti tossici, i coiddetti corpi chetonici. Il diabete di II tipo invece si manifesta genericamente dopo i 40 anni d’età, specie in soggetti con problemi di sovrappeso. Il diabete non insulino-dipendente evolve lentamente e si associa a una resistenza da parte dei tessuti periferici all’azione dell’ormone.




Inversione di diabete, naturalmente, non è solo possibile ma la soluzione da privilegiare per i farmaci della medicina moderna prevede, che servono a trattare solo i sintomi del diabete senza affrontare la causa alla radice.
Il trattamento del diabete, naturalmente, non è qualcosa di aziende farmaceutiche vogliono gridato fuori, nonostante il fatto che innumerevoli persone sono successo tal modo, come diabetici droga sono una redditizia attività commerciale. Purtroppo, però, i diabetici sono anche farmaci non senza il loro pericoli. Molti degli effetti indesiderati sono tuttavia giustificata in quanto i sintomi della malattia sono considerati peggio. Si può vivere senza.
Inversione di diabete, naturalmente, non si tratta di una specifica origine naturale o porre rimedio a un trattamento di per sé, come la soluzione comporta affrontare dieta e della nutrizione a una più ampia scala. Chiave dieta e della nutrizione fattori devono essere adeguatamente compresa, e quando adeguatamente equilibrata e adeguati, può servire a invertire il diabete e naturalmente con successo e aumentare il corpo della produzione di insulina. In particolare, una ri-educazione nel modo in cui il corpo umano si occupa di zuccheri alimentari e carboidrati raffinati è fondamentale, come è la comprensione degli effetti di acidità e l’importanza di una dieta alcalina. Regolare esercizio fisico è importante.
Eliminare gli alimenti che promuovono il diabete è di primaria importanza. Questi includono zucchero e di alta glicemico alimenti come i carboidrati raffinati (farina bianca / riso / pane / pasta), saccarosio, sciroppo di mais e di destrosio e commerciale, trasformati oli (olio di cocco vergine è un diabetico-amichevole alternativa).
Dr Mercola nel suo nuovo libro ‘L’n. Grain-Dieta’ rileva come un elevato di carboidrati dieta può portare a diabete nel corso del tempo. Egli scrive, “Se si consumano regolarmente cereali, dolci, e amidi, ed evitare di esercizio, il tuo peso aumenterà mentre il vostro luogo livelli di insulina. Come il tuo tessuti diventano progressivamente più tolleranti a più elevati livelli di insulina, è possibile sviluppare ciò che viene definito” l’insulina resistenza “, una condizione in cui il tuo tessuti hanno assorbito tutte le insulina possono mantenere. intera Questa sindrome può spesso portare a diabete, e non è sorpresa che 17 milioni di americani, quasi il 7,3 per cento della nostra popolazione, sono diabetici con un sorprendente 33 per cento luogo nella prevalenza della malattia tra il 1990 e il 1999. “
Come pure eliminando gli alimenti è anche importante per garantire il corpo interno è INNESCATO ambiente ottimale per la salute e la resistenza alle malattie. Una dieta alcalina è imperativo qui come equilibrio del pH è di importanza fondamentale per il corretto funzionamento dei fluidi corporei che a sua volta incide sulla sano funzionamento di tutte le cellule all’interno del corpo. PH come specialista Dr Robert Young scrive, “Una cellula è solo come sani come i fluidi si è bagnata poll” Egli aggiunge che il diabete “non è una malattia del pancreas o la produzione di insulina beta cellule autoimmuni o di una risposta, è da fluidi che le cellule del pancreas sono galleggianti pollici”
Un sistema di acidi (acidosi) è associata a una vasta gamma di problemi di salute, tra cui il diabete, l’obesità, l’artrite, ulcere allo stomaco, vescica e reni condizioni, osteoporosi, malattie cardiache e il cancro. Alimenti che acidificare l’organismo includono lo zucchero, carne, prodotti lattiero-caseari, uova, junk / prodotti alimentari trasformati, i grassi e la maggior parte dei grani (ad eccezione di miglio, quinoa e amaranto). Alcuni dei ‘migliori’ acido alimenti comprendono noci e semi, fagioli e lenticchie, riso, avena e pesce.
Alcalina prodotti alimentari sono in gran parte greggio frutta, ortaggi e le erbe aromatiche, in particolare i veggies verdi, le alghe (Spirulina o Chlorella) ed erbe come l’orzo o di frumento erba erba.
Diabetico condizione porta ad una grande perdita di sostanze nutritive dal corpo nel suo tentativo di eliminare lo zucchero, che a sua volta porta al deterioramento della occhi e reni e danni ai nervi e vasi sanguigni. Diabete promuove anche anormali livelli di trigliceridi che aumenta drammaticamente il rischio di sviluppo di aterosclerosi. Questo è il motivo per cui le malattie cardiovascolari rappresentano il 80 per cento di tutti i decessi per diabetici, con i diabetici che hanno più di 400 per cento maggiore rischio di attacco cardiaco rispetto ai non diabetici.
Sono diabetico droga una soluzione? Purtroppo, però, i diabetici assumere droghe sono 2,5 volte più probabilità di morire di malattie cardiache rispetto a quelli trattati con sola dieta. E poi ci sono gli effetti collaterali del farmaco. Questi includono i problemi di fegato (ittero), anemia, eruzioni cutanee e, in alcuni rari casi, la morte. Vi è anche la ‘Catch 22′ di insulino-resistenza. La maggior parte anti-diabetici droga stimolare il vostro già sgocciolato pancreas a produrre insulina ancora di più il che si traduce in una perdita di insulina-secreting cellule beta rendere più diabetica. Diabetico droga aumento di grasso stoccaggio e aumento di peso, portando a una maggiore insulino-resistenza e una ancora peggiore condizione di diabetico.
Sia orale anti-droga e il diabete insulino-non sono in grado di salute-friendly opzioni. Essi accelerare la comparsa dei sintomi di invecchiamento, e danneggiare il fegato, cuore e altri organi tra le altre complicazioni.
Non vi è una soluzione. Il diabete non è curata da trattare i sintomi con i farmaci che solo perpetuare la condizione. Avete bisogno per affrontare la causa principale del diabete di invertire e aumentare il tuo corpo la produzione di insulina, naturalmente, con le complicazioni o effetti collaterali di farmaci e droghe.
Perché non abbiamo sentito parlare di queste informazioni da American Diabetes Association? La verità è, l’American Diabetes Association beneficiano enormemente, l’attuale tendenza al diabete. Esse sono finanziate da società farmaceutiche che avrebbero perso se la gente ci invertita diabetici condizioni.
REVERSE DIABETE NATURALMENTE
www.reversediabetes.co.uk

martedì 13 marzo 2012

Alimentazione e Sport

Tutte le persone che praticano sport a livello amatoriale ed agonistico, chi più chi meno, hanno delle convinzioni e/o delle ritualità alimentari. Già nell'antichità erano presenti vere e proprie leggende sul contributo che l'alimentazione avrebbe potuto dare per una maggiore efficienza fisica nelle competizioni sportive. Gli atleti delle prime olimpiadi si sottoponevano a diete prevalentemente, ma non esclusivamente, vegetariane utilizzando cereali, fichi secchi, miele, frutta cotta, formaggio. Ippocrate di Cos (V - IV sec. a. C.) dedicò studi particolari alle carni distribuendo consigli che oggi ci appaiono quantomeno singolari: per i saltatori era ritenuto opportuno il consumo di carne di capra, per chi praticava la corsa carne di toro, per i lottatori ed i gladiatori carne di maiale; il vino era proibito. Galeno (II sec. d.C.) consigliava di bere poco e mangiare poca carne in allenamento, Senofonte invece di non abbondare in pane e farinacei perché appesantivano, Filostrato era invece per l'uso dei dolci prima delle gare.


Diete ad elevato contenuto di Carboidrati, basso contenuto di Grassi e moderato contenuto di Proteine sono indicate per ottenere le migliori performances atletiche. I Carboidrati costituiscono infatti la fonte energetica primaria utilizzata durante l’esercizio fisico intenso e prolungato. In assenza di un adeguato apporto calorico fornito dai Carboidrati complessi, l’organismo è costretto a utilizzare i Grassi di deposito e le Proteine tissutali. La durata dell’esercizio fisico, la sua intensità, il livello di allenamento e la quantità iniziale di Carboidrati immagazzinati nel muscolo sotto forma di Glicogeno, determinano il fabbisogno energetico dell’organismo dell’atleta.


Nella dieta dell’atleta, i Carboidrati complessi sono il carburante d’eccellenza, mentre le Proteine sono necessarie per il rinnovo e l’accrescimento del tessuto muscolare.


La presenza o meno di carne nella dieta appare irrilevante per il livello di prestazioni raggiunte dagli atleti. Cereali integrali, frutta, verdura costituiscono fonti ideali di Carboidrati e Proteine, quindi un’alimentazione basata su una varietà di cereali, legumi e verdure è facilmente in grado di fornire tutti gli aminoacidi essenziali e il substrato energetico richiesto dall’organismo dell’atleta. L’elevata assunzione di Antiossidanti è poi in grado di proteggere i tessuti dai danni secondari allo stress ossidativo causato dal pesante esercizio fisico.


Considerato che il grande apporto di Carboidrati, indispensabile per l’atleta, è più facilmente ottenibile con questo tipo di alimentazione, le Diete Vegetariane e Vegane ben bilanciate risultano del tutto compatibili con attività sportive - anche molto intense - e sono addirittura consigliabili per chi pratichi sport di resistenza.
In particolare la Dieta Vegana è la scelta migliore, perché consente di ottenere il giusto apporto proteico senza lo svantaggio di introdurre Grassi animali. Tale dieta è poi in grado di apportare vantaggi a breve e lungo termine per la Salute (riduzione della Pressione Arteriosa, della dislipidemia, del grasso corporeo e degli altri fattori di rischio), garantendo all’atleta di poter continuare a lungo la propria pratica sportiva.
Per il supporto dell'attività fisica di allenamento e per l'agonismo è fondamentale la scelta di una dieta appropriata, che soddisfi l'elevato fabbisogno energetico e calorico e risponda alle esigenze necessarie per le funzioni vitali, per i processi di termoregolazione, la compensazione delle perdite (sudore, urina, ecc.) e il turnover dei tessuti.
I carboidrati costituiscono il carburante di eccellenza, utilizzato dal tessuto muscolare durante l'esercizio fisico intenso e prolungato. In assenza di un adeguato apporto calorico fornito dai carboidrati complessi, l'organismo è costretto a utilizzare i grassi di deposito e le proteine tissutali.
La durata dell'esercizio fisico, la sua intensità, il livello di allenamento e la quantità iniziale di carboidrati immagazzinati nel muscolo sotto forma di glicogeno, determinano il fabbisogno energetico dell'organismo dell'atleta.
Nella dieta dell'atleta, i carboidrati complessi devono costituire la maggior componente della dieta, in quanto le proteine sono necessarie esclusivamente per il rinnovo e l'accrescimento del tessuto muscolare.
Cereali integrali, frutta, verdura costituiscono fonti eccellenti di carboidrati e proteine: quindi un'alimentazione basata su una varietà di cereali, legumi e verdura è facilmente in grado di fornire il substrato energetico e tutti gli aminoacidi essenziali richiesti dall'organismo dell'atleta.
Considerato che un elevato apporto di carboidrati, indispensabile per l'atleta, e' piu' facilmente ottenibile con questo tipo di alimentazione, le diete latto-ovo-vegetariane e vegane ben bilanciate risultano del tutto compatibili con l'attività sportiva - anche molto intensa - e sono addirittura consigliabili per chi pratica sport di resistenza.
In particolare la dieta vegana (che esclude ogni componente di origine animale) è la scelta migliore, perché consente di ottenere il giusto apporto proteico senza lo svantaggio di introdurre grassi animali.



Grandi Atleti Vegetariani e Vegani


Atleti da ogni parte del mondo possono testimoniare i benefici di una dieta a base di vegetali. Qui raccogliamo le schede di soltanto alcuni di loro, per fornire degli esempi concreti.

Dave Scott, considerato il più grande triatleta del mondo, sostiene che "è un errore ridicolo" pensare che gli atleti abbiano bisogno di proteine animali.
La pensano allo stesso modo Edwin Moses, medaglia d'oro, che per otto anni non ha mai perso la gara dei 400 metri a ostacoli, e Murray Rose, il quale, all'etè di 17 anni, vinse tre medaglie d'oro nelle gare di nuoto alle Olimpiadi.
Il campione olimpico Carl Lewis, vincitore di svariate medaglie d'oro nel salto in lungo, è vegano per motivi etici e religiosi. Con Leroy Burrell, anch'egli vegetariano, si è "palleggiato" il titolo di sprinter più veloce del mondo per anni.
Che siate atleti di prima classe, atleti della domenica, o semplici amatori, è ormai assodato che potete raggiungere i vostri obiettivi e migliorare la vostra salute seguendo una dieta a base di vegetali (che escluda quindi anche latte e uova) che soddisfi il vostro fabbisogno energetico.

sabato 25 febbraio 2012

venerdì 24 febbraio 2012

Un motivo in più per muoversi...

È  made in Italy  uno dei dispositivi più interessanti nel campo dell'energy harvesting, il processo per cui l'energia, proveniente da sorgenti alternative, viene catturata e salvata. 


Realizzate grazie a un'idea di quattro ragazze del liceo scientifico 'C. Salutati' di Montecatini terme, sotto la supervisione del Consiglio nazionale delle ricerche, sono le prime scarpe a recupero energetico, non a caso sono state battezzate Hermes, come l'instancabile messaggero degli dei. 


Nel 2010, quando l'Istituto di ricerca sulle popolazioni e le politiche sociali (Irpps) del Cnr ha organizzato InvFactor, un concorso diretto alle scuole superiori italiane volto a valorizzare nuovi talenti in ambito scientifico-tecnologico e a premiare i progetti più interessanti dei 'giovani archimedi'.

Nel liceo Salutati c'è una ragazza, Irene Chirico, che ama fare jogging. Correndo correndo, improvvisamente la lampadina del genio si accende: perché non tentare di recuperare tutta quell'energia prodotta dal movimento e accumularla in una batteria per poi riutilizzarla? Espone la sua intenzione a tre amiche - Giulia Tuci, Alessia Nannini e Cecilia Pellegrini - e alla professoressa, Maria Carmela Foti.

"Abbiamo pensato a una calzatura che unisse comodità, resistenza e recupero dell'energia", spiega Irene Chirico. "Oggi è fondamentale cercare di sfruttare fonti energetiche rinnovabili, unendo magari questo aspetto a un'attività salutare". Sì, ma come realizzarle? Le ragazze allora si rivolgono all'Istituto di chimica dei composti organometallici (Iccom) del Cnr di Pisa, nella persona del professor Vincenzo Palleschi, responsabile del laboratorio di Spettroscopia applicata. "Buon giorno professore, noi avremmo un'idea...". 

L'idea è quella di inserire all'interno della scarpa un dispositivo che sfruttando i principi dell'elettromagnetismo converta l'energia meccanica prodotta dalla camminata in energia elettrica. Un grande calzaturificio della zona dà la propria disponibilità a partecipare al progetto, disegnando addirittura una scarpa speciale per alloggiare il convertitore meccano/elettrico.

"Già dalla prima occhiata al progetto - spiega il professor Palleschi - ci siamo resi conto di avere a disposizione solamente pochi centimetri cubici per sistemare, all'interno del tacco, il generatore di energia elettrica. E i vincoli, definiti chiaramente dal titolare del calzaturificio di Monsummano, Claudio Bartoli, erano molto stringenti: niente parti esterne in movimento, nessuna possibilità di aumentare le dimensioni di tacco e suola, necessità di mantenere il rumore al minimo".

A questo punto l'equipe ha chiesto la collaborazione al dottor Lorenzo Grassi, fisico della Marwan Technology, che collabora da anni con l'istituto. La ditta realizza direttamente sia il trasduttore inserito nelle scarpe che il dispositivo elettronico per accumulare l'energia prodotta durante la camminata. "La scarpa - spiega Palleschi - funziona in questo modo. All'interno del tacco è inserito un piccolo avvolgimento elettrico di un paio di centimetri, un solenoide, con dentro un magnete mobile: il movimento del piede provoca lo spostamento del magnete, quindi la variazione di campo magnetico che serve per produrre l'elettricità. L'energia prodotta viene accumulata in una batteria che, collegata con un filo al solenoide, può essere portata in tasca". 

"Il filo - continua Palleschi - che esce dalla scarpa sale lungo le gambe (se si corre in tuta, può essere agganciato facilmente ai pantaloni oppure fatto passare al di sotto di essi). L'energia accumulata può essere così utilizzata per caricare la batteria di oggetti di elettronica quali telefoni cellulari, lettori musicali, navigatori satellitare. Con un magnetino più potente si potrebbe fare meglio e lo faremo non appena la collaborazione con un'impresa di calzature si concretizzerà". 

Dulcis in fundo, le ragazze vincono il premio creatività femminile del concorso e Irene è insignita del titolo di Alfiere della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano. "Inoltre - aggiunge il professore - quando Irene ha compiuto diciotto anni abbiamo brevettato l'invenzione". E ora due ziende di Montecatini e Monsummano sono interessate alle scarpe e vorrebbero acquisire il brevetto per poterle realizzare e lanciarle sul mercato. 

Le scarpe Hermes sono solo uno dei numerosi dispositivi di energy harvesting che stanno attirando l'interesse delle aziende. Un altro esempio è quello della canadese Bionic Power che ha sviluppato il Bionic Energy Harvester, un dispositivo che si indossa come una ginocchiera e sfrutta la naturale fase di lavoro negativo dei muscoli delle gambe durante la camminata, e che può produrre fino a cinque watt di energia, senza che chi la indossa compia alcuno sforzo supplementare. 

C'è poi il caso della palestra innovativa aperta negli Stati Uniti, la Green Microgym di Portland, nell'Oregon. In collaborazione con la texana Henry Works ha installato la Human Dynamo, che collega più cyclette a una batteria che accumula l'energia generata dalle pedalate: se si calcolano 100 watt a cyclette in una palestra che ne ha 40, questo significa che si possono produrre quattro kilowattora. 

E a Rotterdam nel 2008 è stata inaugurata la prima discoteca sostenibile al mondo, il Watt Sustainable Dance Club. La pista da ballo converte l'energia cinetica prodotta da chi danza in elettricità. Il pavimento infatti è composto da mattonelle che si muovono leggermente in verticale (non più di un centimetro) quando vi si balla sopra. 

L'istituto di ricerca Technion, assieme alla società Innovatech, hanno dato vita ad un innovativo accumulatore di energia, l'Energy Harvesting System, in grado di raccogliere la potenza generata dal passaggio delle vetture sul manto stradale. Il sistema, che si basa sul posizionamento di dispositivi piezoelettrici che convertono l'energia meccanica in elettricità, è stato ideato e realizzato in Israele.


Energia Alternativa Pulita: esiste da oggi!

Evento bloggeritaliaL'aria sta cambiando! Noi tutti vorremmo vivere in un mondo in cui poter respirare serenamente, senza l'ansia e l'incertezza su come reperire energia, vivendo sapendo che la nostra sete di energia non danneggerà più l'ambiente.
Vi voglio parlare oggi di Ermanno Franceschini, un pioniere nel campo delle fonti energetiche rinnovabili.
Ermanno assieme al suo team è attivo in diversi settori sviluppando e progettando idee innovative ed all'avanguardia. 
Nel campo della Green-Energy sono riusciti nella realizzazione di una fonte di energia inesauribile e soprattutto pulita, vediamo in cosa consiste...
La svolta nel nostro modo di creare e fornire energia è concentrata nel meravigliosa invenzione della CELLA ENERGETICA A STATO SOLIDO! 




Veniamo nel dettaglio:

Il processo bivalente della cella energetica è quello di catturare le particelle libere nell’aria, quindi caricarsi come un condensatore e viceversa fornire corrente elettrica come una batteria. La corrente generata dalla singola cella è minima, ma chiaramente collegando in serie e parallel diverse celle otterremo tensione e corrente desiderate.
Il grande pregio di questa Cella Energetica è di generare continuamente corrente elettrica, giorno e notte, quindi non dovremo più preoccuparci di caricare la batteria del nostro cellulare o notebook.
Il modulo è composto da celle che rigenerandosi forniscono corrente elettrica illimitata!!.



La cella energetica è frutto di una ricerca di lunga durata con innumerevoli sperimentazioni sul campo delle particelle cariche elettricamente, presenti nell'atmosfera che ci circonda.



Per troppo tempo succubi del petrolio e di tutti quei combustibili fossili che hanno ferito la nostra terra, abbiamo la possibilità di evolverci verso un futuro migliore.
Grazie alla cella energetica potremo contare sempre su di una energia rinnovabile, pulita ed inesauribile, ma ciò che colpisce maggiormente è che questa è gia realtà: il futuro è adesso!

Numerosi sono i dispositivi che utilizzano questa nuova tecnologia con risultati senza precedenti e le applicazioni future sono innumerevoli, una su tutte nuove autovetture con prestazioni più efficienti e città libere dallo smog.

Maggiori informazioni su http://ermyit.blogspot.com oppure sul sito WWW.ERMY.IT

domenica 5 febbraio 2012

TFA- work in progress


La Commissione Istruzione del Senato, su proposta del senatore Mario Pittoni "suggerisce" al Ministro della Funzione Pubblica, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti dell’abolizione del valore legale del diploma di laurea, di dare " meno importanza al punteggio di laurea, privilegiando invece l’esito delle prove di valutazione nella determinazione della graduatoria dei bandi di concorso per titoli ed esami per assunzione nella Pubblica Amministrazione"
Secondo il sen. Pittoni questo atto "può fornire la spinta decisiva al nostro progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti, già sul tavolo del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e sul quale forze sindacali (Cgil esclusa) e parti sociali si sono da tempo dichiarate disponibili a discutere"
Il progetto presentato prevede due liste per ogni regione. Una "ad esaurimento", in cui includere gli attuali iscritti alle graduatorie ad esaurimento di quella regione, che conserverebbero i diritti acquisiti (con possibilità di concorrere in una regione a scelta anche nell’altra lista, se disponibili a rimettersi in gioco nelle prove di preparazione), ed una “aperta” a tutti i docenti in possesso di abilitazione (in una regione a scelta, ma senza obbligo di residenza).
Le novità riguardano proprio la lista "aperta", quella in cui l’accesso dipenderà dal risultato della somma del punteggio base (1/5 sui titoli, 4/5 su una valutazione approfondita effettuata a parità di condizioni con gli altri iscritti all’albo regionale) con il punteggio derivante dal concorso, che sarà su direttive nazionali – uguali per tutti – ma gestito a livello regionale.
Il sen. Pittoni si dichiara sicuro "Il nuovo meccanismo toglierebbe appetibilità ai corsi on line più o meno fasulli (spesso ridottisi a puro “mercato” dei punti) e allo scambio di favori tra strutture private e docenti (in particolare ore di insegnamento gratuite in cambio di punti). Che senso avrebbe, infatti, spendere migliaia di euro per corsi che intervengono solo su 1/5 del punteggio base e non garantiscono la preparazione necessaria per puntare a una buona valutazione nelle prove di preparazione che incidono per i 4/5? Il nuovo sistema metterebbe inoltre in “competizione” gli aspiranti all’insegnamento iscritti ai vari albi regionali spingendoli a migliorarsi. Un candidato bravo, ma iscritto in una regione dove i bravi sono tanti, sarà infatti spinto a iscriversi nella regione vicina che magari ha meno bravi e offre più opportunità di lavoro"
"A quel punto però - conclude Pittoni – gli iscritti in quella regione avranno tutto l’interesse a darsi da fare per crescere professionalmente e non farsi sfuggire l’opportunità di conquistare la cattedra"

martedì 24 gennaio 2012

Odissea TFA


Cosa si aspettavano i giovani? Un segnale forte dal Miur, nel giro di pochi giorni.
"Ogni dilazione del varo di questo provvedimento è vissuta dai giovani come l’ennesima presa in giro, che colpisce una fiducia già messa a dura prova da continui annunci a cui troppo spesso non hanno fatto seguito i relativi provvedimenti"
Ciò è tanto più importante in quanto ad ottobre è in programma il nuovo concorso
"Se non parte il Tfa entro le prossime settimane, in autunno non ci saranno né nuovi abilitati né giovani in via di abilitazione, e il concorso sarà perciò rivolto di fatto ai soli precari in graduatoria, in barba a tutte le belle parole sui “giovani” che a turno e puntualmente vengono pronunciate dai politici. È questo che si vuole? Sarebbe l’ennesima beffa che la nostra generazione proprio non si merita. Ripeto: occorre fare presto in modo da far svolgere i test di ammissione ai Tfa nel corso di questa primavera"
Si chiede quindi al Ministro di "tener fede alla sua volontà di svecchiare la scuola e alla preoccupazione per le legittime aspirazioni dei giovani. E allo stesso tempo dimostrerebbe di voler governare e superare certe inspiegabili “paludi ministeriali” dove i provvedimenti si affossano e comincia una “melina” interminabile, senza, all’apparenza, alcuna motivazione effettiva"